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Oasi degli Stagni di Casale

Un gioiello naturalistico vicentino che presenta la tipica flora e fauna palustre

L’Oasi sarà chiusa dal mese di ottobre 2024 fino alla primavera 2025!

L’Oasi degli Stagni di Casale “Alberto Carta” si trova nel comune di Vicenza presso la località di Casale e si estende per circa 24 ettari. Il 90% dell’Oasi ricade all’interno della Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale (ZSC/ZPS –  IT3220005) “Ex cave di Casale – Vicenza”.

L’habitat tipico, originatosi dall’abbandono di attività di escavazione dell’argilla, è quello di una zona umida planiziale, con canneti, acquitrini e boschi umidi igrofili.

L’ “Oasi degli Stagni di Casale” è dedicata ad Alberto Carta (1962-1992), giovane fisico vicentino, socio C.A.I., che aveva collaborato a lungo e con impegno alla progettazione e alla realizzazione dell’Oasi.

L’intervista al custode dell’oasi Federico Corato (Tviweb)
L’intervista al custode dell’oasi Federico Corato (Tviweb)

Schema dell’Oasi

La mappa dell'Oasi degli Stagni di Casale che dimostra acquitrini, percorsi di visita, canneti, capanni per birdwatching e altri oggetti situati nel territorio.

Simbolo dell’Oasi:

Logo Oasi di Casale

ingresso

L’ingresso all’Oasi avviene dall’entrata di via Zamenhof (area industriale Vicenza est, fronte allo stabile dell’ARPAV).  E’ presente un comodo ed ampio parcheggio per le auto.

Per il punto GPS dell’ingresso in via Zamenhof aprire il link al Google Maps o scansionare il QR code:

QR Code - Google Maps, Oasi degli Stagni di Casalea Zamenhof

Presso il centro visite è sempre possibile iscriversi al WWF.

In caso di forti condizioni meteorologiche avverse l’Oasi potrà restare chiusa.

L’oasi chiude per la pausa pranzo. I visitatori durante la pausa pranzo possono restare all’interno dell’Oasi oppure rientrare dalle 13.30/14.30 (dipende dal mese) conservando la ricevuta di ingresso.

Biglietto

È previsto un biglietto di ingresso la cui quota è interamente devoluta alla manutenzione degli ambienti e delle strutture dell’Oasi:

  • Intero: 5€
  • Ridotto (“Carta 60” e da 14 a 18 anni): 3€
  • Soci WWF, disabili e ragazzi fino a 14 anni: gratuito

Orari di visita

L’Oasi degli Stagni di Casale è visitabile unicamente nei sabati e nelle domeniche (posta elettronica o telefono per info aperture giorni festivi) e nei giorni di festività nazionali, secondo gli orari riportati di seguito.

Nel mese di agosto e dal 20 dicembre fino a tutto il mese di febbraio è prevista la chiusura al pubblico. L’Oasi riapre il primo fine settimana di marzo.

MeseOrario
Gennaiochiuso
Febbraiochiuso
Marzo9:00-12:30 / 13:30-18:00
Aprile9:00-12:30 / 13:30-18:00
Maggio9:00-13:30 / 14:30-19:00
Giugno9:00-13:30 / 14:30-19:00
Luglio9:00-13:30 / 14:30-19:00
Agostochiuso
Settembre9:00-13:30 / 14:30-19:00
Ottobre9:00-12:30 / 13:30-18:00
Novembre9:00-12:30 / 13:30-17:00
Dicembre9:00-12:30 / 13:30-16:00

All’nterno dell’oasi NON sono presenti cestini dei rifiuti.

E’ possibile accedere con il cane al guinzaglio, le deiezioni dovranno essere raccolte e gettate nei cestini appena fuori l’ingresso dell’Oasi.”

Visite guidate per le scuole e gruppi organizzati:

Le visite guidate per le scolaresche ed i gruppi organizzati possono essere svolte anche dal lunedì al venerdì; è obbligatoria la prenotazione, inviando una mail a: stagnicasale@wwf.it

Dettagli e costi cliccando su Centro Educazione Ambientale.

Ricordiamo che l’Oasi degli Stagni di Casale “Alberto Carta” e i volontari WWF presenti nell’Oasi non possono accettare in nessun modo animali selvatici feriti, orfani o debilitati poiché in oasi non sono presenti le strutture, le strumentazioni e il personale adeguato ad accogliere e curare questi animali.

In caso di ritrovamento di fauna selvatica ferita o debilitata v’invitiamo a prendere visione del seguente documento qui, ove sono riportati i contatti di tutti gli enti e associazioni a cui ci si può rivolgere in questi casi. Ulteriori informazioni qui.

L’insieme di stagni e di aree umide che compongono l’Oasi è il risultato di passate attività di escavazione dell’argilla. L’abbandono dell’area dopo gli scavi, nei decenni scorsi, ha creato i presupposti per una progressiva colonizzazione della zona da parte della vegetazione caratteristica delle zone umide di pianura. La presenza di vasche scavate a profondità differenti ha favorito una interessante diversificazione ambientale, cosicché attualmente l’area si presenta come un mosaico di superfici perennemente inondate e prive di vegetazione, aree coperte da vegetazione erbacea palustre (in particolare canneto), boschi igrofili di salice, arbusteti mesoigrofili, incolti e prati ruderali, siepi campestri.

Gli interventi di riqualificazione ambientale promossi dal WWF ed attuati dal Comune di Vicenza hanno ulteriormente contribuito ad esaltare la diversificazione ambientale dell’Oasi, creando, oltre a strutture per la ricezione dei visitatori, una riva idonea agli uccelli limicoli, un’area rimboschita con specie caratteristiche del bosco planiziale padano, realizzando stagni per gli anfibi ed ampliando le superfici libere da vegetazione e perennemente coperte d’acqua.

La vegetazione è profondamente condizionata dalla presenza di acqua dolce che ristagna in superficie per lunghi periodi di tempo e crea condizioni di forte umidità.

Laddove l’acqua è perenne, si sviluppa la vegetazione tipica del potameto-lamineto costituita da piante totalmente sommerse (ceratofillo comune, millefoglio d’acqua e ranuncolo circinnato), e specie galleggianti sulla superficie (ninfea e nannufero). Dove, invece, l’acqua è più profonda, le aree acquitrinose sono colonizzate da cannuccia palustre (Pharagmites australis) e da poche altre specie (tra cui le tife) che costituiscono la tipica vegetazione del canneto.

Ad esse si associano altre tipiche piante di palude quali il giaggiolo palustre (Iris pseudacorus), la mestolaccia (Alisma plantago-aquatica), l’erba-sega comune (Lycopus europaeus) e la calta palustre (Caltha palustris).

Meno estesi sono i cariceti, composti da carice di ripa (Carex riparia), carice pendola (Carex pendula) e carice glauca (Carex flacca). Al margine degli acquitrini si sviluppa una boscaglia costituita da diverse specie di salice (in particolare Salix albaSalix cinerea e Salix purpurea) e di pioppo (Populus nigra e Populus alba).

I terreni relativamente più asciutti sono invece ricoperti da lembi della tipica vegetazione boschiva planiziale che in passato ricopriva l’intera Pianura Padana: farnia (Quercus robur)acero campestre (Acer campestre), olmo (Ulmus minor) ed altre specie arboree si associano ad arbusti di sanguinella (Cornus sanguinea)sambuco (Sambucus nigra)pallon di maggio (Viburnum opulus) e rosa selvatica (Rosa arvensis). Lo strato erbaceo è caratterizzato dalla presenza di specie tipiche della flora nemorale come il bucaneve (Galanthus nivalis), la primula comune (Primula vulgaris) e il campanellino (Leucojum vernum).

Estesi prati ed incolti erbacei contribuiscono infine ad arricchire ulteriormente la varietà della vegetazione di questo territorio. Di particolare interesse floristico è la presenza dell’orchidea elleborina comune (Epipactis palustris) che trova nell’area delle condizioni ottimali per il proprio sviluppo.

L’elevata diversità di habitat e condizioni microclimatiche favoriscono la crescita e lo sviluppo di oltre 230 differenti specie di funghi, la cui raccolta è severamente vietata.

La piccola fauna invertebrata legata agli ambienti umidi di pianura, altrove quasi scomparsa, riesce ad esprimersi con notevole ricchezza all’interno dell’Oasi: negli acquitrini si riproducono circa 20 di specie di libellule mentre ditiscidi e notonette colonizzano abbondantemente le acque stagnanti, sui salici si sviluppa l’Apatura ilia, una specie di farfalla minacciata dalla riduzione degli habitat naturali di pianura.

Per quanto riguarda la fauna ittica, l’immissione antropica di specie aliene nelle acque interne della pianura padana, ha causato un drastico calo dei pesci tipici di questi ambienti. Anche all’interno dell’Oasi, dove prima dell’istituzione dell’area naturale sono stati introdotti numerosi individui esotici, il numero di specie censite negli stagni è più che dimezzato negli ultimi 20 anni, portando alla scomparsa di specie autoctone come il luccio e la tinca.

L’Oasi è, inoltre, un luogo favorevole per l’avifauna: sono quasi 200, infatti, le specie di uccelli censite al suo interno. Gli specchi d’acqua consentono la nidificazione di uccelli acquatici come la folaga (Fulica atra), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), il germano reale (Anas platyrhynchos), la marzaiola (Anas querquedula).

Nei canneti e nelle boscaglie umide si riproducono invece specie particolarmente rare e legate a questi ambienti, quali il raro basettino (Panurus blarmicus) e il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus), oltre al tarabusino (Ixobrychus minutus), il tarabuso (Botaurus stellaris), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e il pendolino (Remiz pendulinus). Due specie di picchi, il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) e il picchio verde (Picus viridis), trovano qui uno dei loro rari siti di nidificazione in pianura.

Nella stagione estiva, l’airone cenerino (Ardea cinerea) e l’airone rosso (Ardea purpurea) sostano in queste acque per alimentarsi. L’area, inoltre, rappresenta una delle principali garzaie della provincia di Vicenza con un totale di 44 coppie nidificanti e, caso unico in provincia, la nitticora (Nycticorax nycticorax) e la garzetta (Egretta garzetta), nidificano all’interno dell’area.

In autunno l’area diventa un importante sito di sosta ed alimentazione per diverse specie di piccoli uccelli come il beccafico (Sylvia borin), la capinera (Sylvia atricapilla), la bigiarella (Sylvia curruca) ed il tordo bottaccio (Turdus philomelos) durante la loro migrazione verso l’Africa.

Numerosi sono anche i piccoli mammiferi che hanno colonizzato questo territorio, tra i quali l’arvicola d’acqua (Arvicola amphibius) ed il topolino delle risaie (Micromys minutus), particolarmente legati ai rari ambienti umidi di pianura, oltre al moscardino (Moscardinus avellanarius)  e lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) di ambiente boschivo.

Gli stagni sono anche importanti siti riproduttivi per alcune specie di anfibi quali la raganella (Hyla intermedia), la rana di Lataste (Rana latastei), il rospo smeraldino (Bufotes viridis), il tritone punteggiato (Tritus vulgaris) e il tritone crestato (Triturus carnifex). Gli stagni costituiscono inoltre l’ambiente ideale per la biscia d’acqua (Natrix natrix) e per la testuggine palustre europea (Emys orbicularis), quasi del tutto estinta nella pianura vicentina.

Tra i mammiferi più grandi possiamo trovare il tasso (Meles meles), la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina), la lepre comune (Lepus europaeus) e il capriolo (Capreolus capreolus), del quale è stata recentemente documentata la riproduzione all’interno dell’area.

Vedi la pagina dedicata alla Didattica.

Tutto inizia negli anni ‘80 quando, grazie all’interessamento di appassionati di birdwatching, naturalisti e membri di diverse associazione, in primis i soci WWF di Vicenza, viene riscontrato l’elevato valore ambientale assunto da una zona di vecchie cave, ormai quasi del tutto abbandonate, ad est della città; l’attività di estrazione dell’argilla nei pressi della località di Casale era stata avviata nel 1954 da parte della Fornace Serenissima ma lo fruttamento dell’area continuò poi regolarmente fino alla metà degli anni ottanta e durò in forma più ridotta fino al 1990. La campagna, trasformata in cava per l’argilla, era stata fino al ’54 un’area coltivata a granturco e vigneto interrotta da ampie zone a prato: a testimonianza delle vecchie colture ancora oggi si possono notare alcune viti inselvatichite che crescono tra la vegetazione.

Con il progressivo abbandono degli scavi, la vegetazione spontanea cominciò a colonizzare l’ambiente mentre le vasche iniziarono a riempiersi grazie all’acqua di falda, che nell’area appunto a sud-est della città di Vicenza, era piuttosto superficiale. L’ambiente così rinaturalizzato divenne un importante richiamo dapprima per l’avifauna delle zone umide, quindi un rifugio adatto ad ospitare molte altre specie animali. Nello stesso periodo, la porzione a nord-ovest dell’area degli scavi fu adattata a laghetto di pesca sportiva, attività ad oggi ancora attiva.

Nel 1994, grazie sia ad iniziative come quella della grande manifestazione dell’89 a favore della nascita dell’Oasi che all’instancabile attività del WWF, il Comune, in seguito all’acquisto dell’area, deliberò per la realizzazione dell’Oasi. I lavori presero avvio nel 1996 e il 17 maggio 1998, l’Oasi fu inaugurata.

Durante questi due anni diversi furono i lavori condotti all’interno dell’area: la realizzazione di un centro visitatori, la messa in opera di diversi percorsi di visita  adatti anche ai disabili e della cartellonistica didattica per i visitatori, la costruzione di tre capanni di osservazione, la piantumazione di un boschetto con specie arboree ed arbustive di foresta planiziale, l’installazione di una piccola area ricreativa e la costruzione di opere per favorire l’avifauna.

Il 21 aprile 2002 è la data ufficiale di apertura al pubblico. All’inaugurazione erano presenti, assieme al Sindaco di Vicenza e alle istituzioni comunali e provinciali, circa 2000 entusiasti visitatori.

Oggi l’ “Oasi degli Stagni di Casale” è dedicata ad Alberto Carta (1962-1992) giovane fisico vicentino, socio C.A.I., che aveva collaborato a lungo e con impegno alla progettazione e alla realizzazione dell’Oasi.

Alberto Carta

L’ “Oasi degli Stagni di Casale” è dedicata ad Alberto Carta (1962-1992) giovane fisico vicentino, socio C.A.I., che aveva collaborato a lungo e con impegno alla progettazione e alla realizzazione dell’Oasi.

Alberto Carta nasce a Vicenza il 4 aprile 1962. Si diploma al Liceo Scientifico Quadri con il punteggio di 60/60.

La sua grande passione per la natura lo avvicina nei primi anni ’80 alla Sezione di Vicenza del WWF, presso la quale presta il Servizio Civile.

Data la sua considerevole competenza sui temi ambientali e sulla tutela del territorio, in particolare in materia di legislazione ambientale, diventa presto un punto di riferimento importante prima per la sezione di Vicenza, poi per il WWF Veneto di cui diventa Consigliere Regionale e responsabile del Settore Territorio e dell’Osservatorio sui Piani Territoriali e di coordinamento e del Piano Neve.

Nel 1986 si laurea in fisica presso l’Università di Padova con tesi in cosmologia ed un punteggio di 107/110.

L’impegno con il WWF vicentino lo vede coinvolto attivamente per la realizzazione dell’Oasi di Casale, di cui è un convinto sostenitore. Importanti saranno le iniziative da lui avviate per il futuro di quest’area. Numerosi gli esposti, precisi e puntuali, relativi ad abusi ambientali in diversi settori, che Alberto trasmette alle Autorità competenti.

Si distingue per un approccio serio, preparato e non ideologico alla questione ambientale.

Per alcuni anni insegna matematica e fisica presso il liceo artistico, l’Istituto Magistrale Fogazzaro e l’I.T.I.S. Rossi di Vicenza. Laureando in astronomia, è in procinto di avviare una collaborazione continuativa con il WWF quando rimane vittima di un tragico incidente sulle Pale di San Martino, l’8 settembre del 1992.

In sua memoria è stata dedicata una via di roccia sulla parete sud del Soglio d’Uderle (Monte Pasubio).

REGOLAMENTO OASI DEGLI STAGNI DI CASALE “Aberto Carta” (approvato secondo il Piano di Gestione)

È vietato:

  • introdurre mezzi di locomozione, fatte salve le esigenze delle persone disabili;
  • abbandonare i percorsi prestabiliti;
  • esercitare la pesca;
  • esercitare la caccia;
  • disturbare, catturare e uccidere animali, raccogliere e distruggere i loro nidi o tane, danneggiare e distruggere il loro ambiente;
  • raccogliere e danneggiare i vegetali (piante, erbe,  funghi e loro parti);
  • immettere specie vegetali ed animali di qualsiasi origine;
  • introdurre cani, se non al guinzagli;
  • fumare, usare fiamme libere ed abbandonare ogni sorta di rifiuto, sia esso anche compostabile.

Il personale dell’Oasi si riserva il diritto di allontanare i trasgressori e/o contattare i pubblici funzionari preposti alla vigilanza. 

Presso il Centro Visite dell’Oasi degli Stagni di Casale è presente una ricca biblioteca naturalistica (un tempo biblioteca della sede regionale del WWF a Vicenza).

La consultazione dell’archivio e dei volumi è possibile presso il Centro Visite. Per informazioni contattare il WWF Vicenza-Padova a vicenzapadova@wwf.it

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